TSMC (Taiwan Semiconductor Manufacturing, TSM.US) — principale produttore mondiale di chip per l’intelligenza artificiale e principale partner manifatturiero di Nvidia — ha registrato la crescita dei ricavi mensili più lenta da oltre un anno. Le vendite di ottobre sono aumentate del 16,9% su base annua, in linea con le aspettative degli analisti.
La forza della valuta locale ha probabilmente inciso sui risultati espressi in dollari taiwanesi; tuttavia, in termini di dollari statunitensi, le vendite sono salite del 22,6%, raggiungendo 12 miliardi di dollari rispetto ai 9,8 miliardi dello stesso periodo dell’anno precedente. Il dato non indica un indebolimento della domanda di chip per l’intelligenza artificiale, ma riflette piuttosto ordini anticipati e l’effetto di un dollaro più debole. Le azioni TSMC hanno chiuso sostanzialmente piatte nella sessione asiatica di martedì, mentre gli operatori del settore mantengono una visione positiva sulla crescita trainata dall’AI.
TSMC continua a registrare una domanda record per i suoi chip di ultima generazione N3, con giganti come Nvidia, Apple, Amazon, Meta e Microsoft che competono per una capacità produttiva limitata. Secondo un recente rapporto di JPMorgan, Nvidia avrebbe richiesto di portare la produzione a 160.000 wafer al mese, ma TSMC difficilmente supererà le 140.000–145.000 unità entro la fine del 2026. Ciò implica che la carenza di chip potrebbe persistere per almeno altri due anni.
La forte domanda legata all’intelligenza artificiale ha portato gli stabilimenti TSMC a operare a piena capacità, spingendo i margini lordi, che secondo le stime di mercato potrebbero raggiungere il 60–65% nella prima metà del 2026. I principali clienti dell’azienda hanno già prenotato la capacità produttiva con largo anticipo, limitando l’accesso per aziende più piccole, come quelle del mining di criptovalute.
Invece di costruire un nuovo impianto per la produzione N3, TSMC sta ampliando e aggiornando gli stabilimenti esistenti:
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Fab 18 a Tainan aumenterà la capacità di 25.000 wafer al mese;
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Fab 20 (Hsinchu) e Fab 22 (Kaohsiung) si preparano alla produzione con tecnologie N2 e A16;
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verranno inoltre sfruttate le linee N6 e N7, aggiungendo 5.000–10.000 wafer al mese entro la fine del 2026.
Negli Stati Uniti, l’impianto Fab 21 in Arizona entrerà nella seconda fase di sviluppo a metà 2026, ma la piena produzione (10.000 wafer/mese) è prevista solo nel 2027, troppo tardi per alleviare la carenza attuale.
Secondo fonti di mercato, alcuni clienti stanno pagando fino al doppio del prezzo standard (i cosiddetti hot-run premiums) per ottenere priorità produttiva. Circa il 10% della produzione totale opera ora sotto questo regime, incrementando ulteriormente i profitti di TSMC. Gli analisti stimano che i rialzi dei prezzi previsti tra il 6% e il 10% nel 2026 consentiranno all’azienda di mantenere margini lordi superiori al 60%, con risultati probabilmente oltre le aspettative del mercato. L’azienda pubblica i propri ricavi su base mensile.
Azioni TSMC (intervallo D1)
Il titolo è recentemente sceso sotto la media mobile esponenziale a 50 giorni (EMA), per poi recuperare rapidamente. Per i rialzisti, un ritorno sopra i 300 dollari per azione rafforzerebbe le prospettive di un nuovo avvicinamento ai massimi storici. Sebbene i ricavi di ottobre siano stati leggermente inferiori al recente trend di crescita, ciò appare dovuto a fattori stagionali e una tantum, più che a debolezza operativa. Gli stabilimenti restano saturi e i semiconduttori ad alto margine rappresentano una quota sempre maggiore delle vendite totali.

Fonte: xStation5
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La crescente domanda di chip spinge TSMC
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