Il dollaro statunitense è eccezionalmente debole, registrando la sua peggiore performance semestrale dal 1973 – dall’inizio del 2025 ha già perso circa il 10% del suo valore rispetto alle principali valute.
Le cause principali di questa debolezza sono le politiche economiche e commerciali imprevedibili di Donald Trump, le crescenti preoccupazioni per l’aumento del debito pubblico statunitense e le pressioni sempre maggiori sulla Federal Reserve affinché riduca rapidamente i tassi d’interesse.
Gli investitori danno per sempre più probabile che la Fed inizi ad allentare la politica monetaria già a settembre, il che indebolisce ulteriormente l’attrattiva del dollaro. I mercati prezzano un taglio totale dei tassi di 75 punti base entro la fine dell’anno, con una probabilità del 70,36% secondo il mercato dei contratti swap.
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Apri un Conto Apri un Conto Demo Scarica la app mobile Scarica la app mobileFonte: CME FED
Di conseguenza, l’euro si è rafforzato rispetto al dollaro di quasi il 14% nel primo semestre dell’anno, e il dollaro ha perso terreno anche contro altre valute principali, come il franco svizzero e lo yen.
Un calo così marcato del valore del dollaro riflette una profonda perdita di fiducia da parte degli investitori nella politica economica degli Stati Uniti.
Lo yen giapponese sta beneficiando del crollo del dollaro, e oggi trova ulteriore supporto nei dati Tankan dell’industria, risultati superiori alle attese (13 punti contro i 10 previsti), che segnalano una maggiore attività nel settore manifatturiero.
La coppia USD/JPY oggi estende il trend ribassista di lungo termine, avvicinandosi ai minimi multipli in area 142,035, considerata una barriera tecnica di supporto rilevante. La coppia sta perdendo circa lo 0,8% nella giornata odierna.
Fonte: xStation
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